mercoledì 12 giugno 2013

WAIT A MINUTE

Lo sapevo. Anche se non l'ho mai creduto possibile. O ho solo ignorato quanto mi è accaduto finora.
L'altra notte la carambola dei miei pensieri ha sbattuto contro degli oggetti vecchi di decenni. E' stato solo l'inizio: sono planato su una selva di ricordi che venivano a me rigogliosi e carichi di emozioni.
La rabbia si dirada per lasciare spazio a nuova linfa vitale. Ricordare per guardare al futuro.

martedì 11 giugno 2013

ASSI

Non dovrebbe succedere, ma oggi il corridoio che ho percorso innumerevoli volte e che altrettante ha vegliato dietro di me, si è ristretto a tal punto mentre lo percorrevo, che sono dovuta scivolare spalle al muro dentro la camera di Jordan. I tre assi sui quali un pavimento non dovrebbe ruotare hanno cominciato a corrispondere a coordinate spaziali di volta in volta sempre più audaci ed impertinenti. Anche le pareti e il soffitto non rispondevano più alla regolarità delle solite figure geometriche, ma come in un caleidoscopio gigante, i frattali più lisergici mi hanno trasportato qui. Ora.

mercoledì 5 giugno 2013

DROWNING

Il segnale di fine delle trasmissioni, tutti intorno lì fuori a guardare in basso verso di me, le figure ondulate e un pò gonfie. Non avrei dovuto fare il bagno dopo quello che avevamo fatto per tutta la notte. Beh almeno ora....si insomma....avete capito con chi avete a che fare. Qui non si scherza neanche con la propria vita. E poi guardatevi: non vorrete mica fare la predica a me!
Polvere cosmica. Ora, ovunque. E basta.

venerdì 17 maggio 2013

SPOOKS

La domenica era quasi alla fine, come annunciava il didascalico senso di malinconia che frusciava nella sua anima. Le pagine di "The Human Stain" scorrevano veloci, spinte dall'avidità di un qualcosa di irreparabile che stava per disvelarsi. Le roboanti aiuole di Herbert Park sembravano concitati spettatori di un evento ormai inevitabile eppure di la da venire.
Poi l'oscurità scese sulla sera e su Coleman Silk.

CLICK.

- Non può essere. Non posso averlo fatto davvero. Si, l'ho fatto.
- Ora metto la chiave nella toppa, la giro, il click della serratura mi aprirà la vista al mondo del rifiuto e tutto sarà  a posto.
Inutile negare la sorpresa di John Basille quando si rese conto di aver dimenticato tutto nel giro di pochi minuti: il tempo di Brick  O' Lage.

STATO IN LUOGO

Uno, due, tre.
- No, non è così che si fa - disse Wolfgang Brendzen alla donna che goffamente cercava di fare le cose per bene.
- Devi prendere un lembo e far sì che fluttui. Muovi la mano così, vedi?
Lei si fissò sulla cinta dei pantaloni di Wolfgang che faceva da corona al tronco del suo corpo: il ventre di lui si dimenava al fine di consentire la fluttuazione del lembo.
La mente di lei fu attraversata dal nulla. Per la verità il nulla rimase lì a lungo.

WEATHER FORECASTS

Ora vi spiego com'è andata davvero.
Le strade del centro erano deserte; il silenzio era rotto solo dal ronzio dei trasformatori delle insegne al neon e da poco altro. Gli Houston Fungos sfidavano i velenosi New Orleans Red Provis nella partita decisiva per l'assegnazione del titolo, del sottotitolo e almeno del primo paragrafo.
Kyrl Prokolov, OGM (Organic General Manager) di Houston si giocava tutto. Nessuno si sarebbe schierato dalla sua parte in caso di sconfitta: nessuno, dentro la squadra e nei giri che contano, avrebbe mosso un dito per salvarlo.
Ah-shi-sha-shi-shi-sha-shi-bidet, continuava a ripetere mentalmente mentre si avvicinava al chiosco degli hot dog. Immaginava la suite di un albergo di lusso e questa bellissima donna mulatta nuda per la stanza che canticchiava 'sto refrain avendo tutta l'aria di aver voglia di un pò di igiene intima....
Forse per associazione di colori mentre mangiava il panino (senape), non poteva fare a meno di affondare le labbra su qualche morbido approdo dell'avvenente traveggola.
Quando rientrò nella Orson Wells Fargo Arena non si interessò neanche per un istante all'andamento del match: the woman in bidet era ormai un'ossessione.
Uscì all'istante per precipitarsi al Waldorf Astonia dove prese la suite più costosa nella speranza che.....




giovedì 28 giugno 2012

PARTIRE E' UN PO' PESARE

La valigia sull'etto è di certo leggera
Non mi faccio illusioni dentro solo una pera
Si viaggia leggeri con compagni spergiuri
Al primo ammanco me la prendo con Franco

venerdì 12 marzo 2010

Sono Morto

sono morto su un corpo di donna
sono morto e non cerco ritorni
sono senza la luce che acceca
tu non vieni e non vedo che lei.

Over the Counter-Medicinale da banco



Il problema era in effetti rilevante, pensava. Come si può scrivere una storia se non si ha una trama, i personaggi non esistono, si è indecisi se usare accadimenti reali, seppure solo come spunto, o lavorare solo di fantasia. E poi, narrare in terza persona o in prima? Non ho neanche uno di quei posti da scrittore, pensava, che dovrebbero aiutare il fluire della vena creativa.
Mentre pensava tutto questo l'autobus gli sfrecciò davanti lasciando dietro di se due volute d'aria che avvitarono nel loro turbine la pioggia inesorabile che da 12 giorni veniva giù, facendo volar via dalla sua mano quel foglietto che ora, per un attimo, non ricordava neanche più cosa dicesse.
Dimenticare. Mai sapere. Sapere di non sapere. Se le cose dovessero davvero cambiare d'improvviso, ciò non sarebbe un bene; pensò per un attimo a tutte quelle abitudini nelle quali aveva proceduralizzato un'esistenza alla tachipirina. Un farmaco da banco, nessuno aveva mai chiesto la ricetta della sua vita, pensò.

mercoledì 13 gennaio 2010

Ah-ha! Si può cedere. Arrendersi al rimpianto del tempo che passa e farne un'amarena immersa in una melassa dolce e impenitente come i personaggi di Philip Roth: cunnilingus esistentiae, turgidi fermo-immagini tra le cosce del tempo. Aspettare che la terra si secchi e dalle crepe escano inesorabili mille storie faulkneriane. Contrabbandare oltre i confini with a rusty pick-up a Cormac McCarthy tale. O si potrebbe fare della leggerezza, come gru in equilibrio su una zampa, Calvino botanico e speculante. O ancora edithpiaffizzarsi non regrettando nulla e giù, nel solco tracciato dall'aratro hemingueyano del vivere eroico e del morire ridicolo. E chissà quanti altri ancora.
Organizzare una tavola rotonda e discutere del tema. Scelto, il tema, sfoggiando con se stessi le plissettature del proprio sapere.
Prego, si specchi: ecco, vede come le cade bene questa teoria? Le fa le spalle più grandi. Si tratta di una teoria che accomoda, revisionista.
Eppure staremmo sempre cercando un talento che non c'è: fasciare un massaggio doppio il segnale aruspico.